Rubrica: "Tocco e sessualità" SEXED

Rubrica mensile dedicata all'esplorazione del tocco nell'interazione sessuale.

COME TOCCARE

 

È più importante dove si tocca o come si tocca?

 

Come si può facilmente immaginare nella sessualità entrambe le variabili sono importanti, ma troppo spesso il nostro focus nel tocco è quasi esclusivamente orientato alla ricerca dei punti di “massimo godimento” dell’altro, senza portare consapevolezza al modo in cui si tocca.

 

Da recenti studi riguardanti la mappatura delle zone erogene è stata compreso come l’intero corpo sia un potenziale veicolo di sensazioni erotiche, pertanto, con il giusto tocco, l’intera pelle può essere una via per risvegliare queste emozioni.

 

Ma come toccare eroticamente?

 

Immaginate una poesia letta senza intonazione e una recitata, una musica suonata senza pause e una interpretata. Le parole o le note sono sempre le stesse, ma le emozioni trasmesse profondamente differenti.

 

Allo stesso modo è possibile toccare una persona in modo “piatto” oppure giocando con variazioni di intensità nella pressione, nel tipo di tocco, nella forza, dolcezza, creare una vera e propria storia erotica sulla pelle.

 

Immaginate di accarezzare la schiena di una persona sdraiata a pancia in giù: partendo dalla parte alta avvolgete più pelle possibile con la vostra mano e delicatamente, scendendo centimetro dopo centimetro, diminuite la superficie di contatto sempre più, rimanendo con sole con due dita sulla schiena.

 

Durante la discesa, queste poche dita aumentano la loro pressione facendosi sentire sempre più.

 

Nel mentre percepiamo il bacino della persona accarezzata che sotto le nostre mani comincia a muoversi, in risposta al nostro tocco.

 

Da questo momento in poi si darà vita a una danza di avvicinamenti e allontanamenti in cui più il suo bacino si muoverà verso di noi alla ricerca del nostro tocco, più la pressione delle nostre dita diminuirà, e viceversa, più il bacino si allontanerà, più ci faremo sentire, creando così con le nostre mani una “tensione erotica”.



CORPO E POESIA: LE PERCEZIONI CORPOREE

 

Scrivere di percezioni corporee è come parlare di musica: possiamo raccontare cosa ci trasmette una melodia, ma nulla potrà farci vibrare come ascoltare quelle note.

 

Allo stesso modo la poesia, come viaggio verso “l’abissalità” della parola, e il linguaggio della pelle, primordiale forma di comunicazione tra due corpi viventi, non potranno raccontarsi a vicenda, ma, pur essendo due linguaggi differenti, condividono la possibilità di portarci verso un'eguale profondità del sentire.

 

Poesia e corporeità si incontrano in diverse sfere dell’umano tra cui la sessualità, come ci ricorda, o meglio rimembra, la poetessa Patrizia Valduga.

 

Nelle sue poesie Patrizia Valduga mostra come da forme metriche chiuse, quali le sue quartine di “Poesie Erotiche”, si possa raggiungere un’intensità del sentire che trascende questa limitatezza, la stessa che da corpi biologicamente finiti è possibile vivere nella sessualità.



IL CORPO DI VENERE

 

Venere è considerata la dea che più di tutte incarna il desiderio sessuale, tanto che nella mitologia classica si racconta che (quasi) nessun uomo o donna, mortale o divino potesse resisterle.

 

Venere, come tutti gli altri Dei, non è da considerare esclusivamente il personaggio di un racconto, ma qualcosa di più.

 

Secondo Jung, l’uomo spinto da un insaziabile desiderio di conoscere quanto gli appariva misterioso, come il cielo e le stelle, investigando l’ignoto proiettò inconsapevolmente su di esso il proprio retroscena psichico, dando così forma a saperi quali l’astrologia, l’alchimia e la mitologia.

 

In questo modo, la pulsante energia sessuale che l’essere umano ha da sempre percepito dentro di sé, fu proiettata inconsapevolmente sulla tela celeste, dando forma alla dea Venere.

 

Uno dei modi per comprendere meglio l’essenza di Venere è quello di prendere contatto con le rappresentazioni a lei dedicate, soffermandosi in particolare sulle forme del suo corpo, maggiormente apprezzabili se paragonate a quello di una delle poche dee in grado di resisterle: Atena, dea della guerra e della sapienza.

 

La solidità di Atena, percepibile dalla verticalità del suo corpo nello spazio, si contrappone alla dinamicità di Venere, apprezzabile dalla sinuosità delle sue forme. Corpi diversi, che esprimono qualità di energie differenti.

 

Così come la rappresentazione del corpo di Venere è frutto di una proiezione dell’energia sessuale interna all’essere umano verso l’esterno, allo stesso tempo, procedendo in senso contrario, entrando in contatto con il suo corpo, con la sua essenza, è possibile ricontattare l’energia sessuale dentro di noi.



ESSERE TOCCATI

 

Si può guardare senza essere visti, si può ascoltare senza essere sentiti... ma nessuno può toccare senza essere toccato.

 

L’essere toccati è un'esperienza che può essere esplorata in moltissimi modi differenti, poiché la percezione del tocco è per l’appunto una “percezione”, pertanto il significato che daremo al nostro sentito dipenderà oltre che da moltissime variabili esterne, anche dalla mia modalità di rapportarmi a questo stimolo.

 

In parole molto più semplici, uno stesso stimolo sensorio, in base agli “occhiali” che desidereremo indossare, assumerà diversi colori e sfumature che ci faranno scoprire qualcosa di nuovo di noi e dell’altra persona.

 

Ad esempio, posso esperire il tocco dell’altro assorbendolo nel mio corpo, facendolo penetrare sotto la pelle e sentire con quali parti del corpo inizia a comunicare, oppure, nonostante il tocco sia lo stesso, posso cambiare radicalmente la modalità di ascolto.

 

Quando siamo toccati da un’altra persona, quando la sua mano accarezza il nostro corpo, sfruttando la speciale proprietà del tocco per cui non si può toccare senza essere toccati, proviamo ad ascoltare lei, come se fossimo noi a toccarla.

 

Quella mano che ci sta toccando sarà la nostra chiave di accesso all’altra persona, tramite la quale potremo sentire il suo corpo e tutto quello che esso racchiude.

 

 



TOCCARE

 

Quante mani hanno toccato il cielo senza riconoscerlo?

(Abdelmajid Benjelloun)

 

Nella sessualità il tocco è necessariamente presente, ma quanta consapevolezza portiamo in questo semplice gesto.

 

Frequentemente il tocco è utilizzato come uno strumento necessario ad ottenere una specifica risposta dal partner: l’eccitazione. Un mezzo per ottenere uno scopo.

 

Può non essere solo questo!

 

Il tocco ha l’incredibile peculiarità di poter essere un veicolo di conoscenza erotica, intesa come la scoperta dell’altra persona attraverso il piacere dei sensi.

 

Accarezzare il corpo, plasmare con le mani i suoi contorni, percepire l’elasticità della pelle, le dure salienze ossee.. aiuta a rendere la presenza dell’altro sempre più “consistente” per noi.

 

Ascoltare il respiro sempre più profondo, il calore della pelle minuto dopo minuto più inteso, l’umidità del corpo aumentare.. ci ricorda l’energia che si muove al suo interno.

 

Percepire le risposte dell’altro ai nostri tocchi, le sue reazioni all’intenzione che mettiamo nelle nostre mani, ci rende consapevoli del dialogo silenzioso tra i nostri corpi.

 

Toccando l’altro con consapevolezza ci si accorge della vita che scorre nel suo corpo.

 

Quando si inizia a percepire che sotto la pelle che stiamo toccando in quel momento, nel suo calore, nel movimento di un battito del cuore o di un profondo respiro, si celano sogni, desideri, speranze, storie e l’intero universo di un’altra persona, l’unirsi con quel corpo non verrà più visto come la stessa cosa.